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Obbligatorietà del BIM: Normative e Vantaggi del Building Information Modeling nel Settore delle Costruzioni

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Introduzione

Negli ultimi anni, il Building Information Modeling (BIM) è diventato uno standard tecnologico e procedurale essenziale nel settore delle costruzioni. Non si tratta solo di un modello tridimensionale, ma di un insieme di processi integrati che consentono una gestione più efficiente dei progetti edili, migliorando qualità, tempi e costi. A partire da recenti normative e decreti, l'adozione del BIM è diventata obbligatoria per determinati appalti pubblici. In questo articolo approfondiamo cosa si intende per BIM, quali sono le normative italiane di riferimento e cosa implica la transizione obbligatoria a questa metodologia.

 

Cosa si intende per BIM?

Il Building Information Modeling, o BIM, non è solo un modello digitale tridimensionale, ma un metodo di gestione dei dati e delle informazioni che copre l'intero ciclo di vita di un edificio o infrastruttura. Il BIM integra piani 2D, 3D, specifiche tecniche e altre informazioni essenziali per garantire l'allineamento di tutte le fasi di progettazione, costruzione e gestione dell'opera. Grazie alla sua capacità di centralizzare e coordinare i dati, il BIM promuove una comunicazione più efficace tra architetti, ingegneri, appaltatori e gestori, riducendo gli errori e ottimizzando i tempi.

 

Quali novità apporta il modello BIM?

Rispetto ai metodi tradizionali, il BIM apporta numerose innovazioni. Permette, ad esempio, di realizzare simulazioni di progetto e di esplorare scenari alternativi prima dell'inizio dei lavori, anticipando problemi e soluzioni. I modelli BIM consentono di aggiungere al modello 3D informazioni dettagliate (dimensione 4D) su tempi e sequenze di costruzione e (dimensione 5D) sui costi, rendendo possibili stime economiche accurate. Inoltre, l’accesso alle informazioni in tempo reale permette di aggiornare e condividere i dati in modo fluido e sicuro, eliminando discrepanze tra le parti e facilitando il monitoraggio dell’avanzamento lavori.

 

In che modo il BIM è utile nello svolgimento delle attività professionali del settore delle costruzioni?


Il BIM offre un supporto concreto a tutte le fasi di un progetto. In fase di progettazione, ad esempio, consente di visualizzare in modo realistico come apparirà la struttura, rendendo il progetto comprensibile anche ai non addetti ai lavori. In fase di costruzione, il BIM supporta la pianificazione delle risorse e il coordinamento dei vari professionisti, riducendo gli errori grazie all’uso di dati sempre aggiornati e condivisi. Infine, anche durante la fase di gestione e manutenzione, il BIM consente di monitorare le condizioni della struttura, semplificando le decisioni su eventuali interventi di ristrutturazione o miglioramento.

 

Cos'è il BIM codice appalti?

Il "Codice degli Appalti" italiano, ovvero il D.Lgs. 50/2016, ha integrato progressivamente il BIM come requisito per alcuni appalti pubblici, richiedendo l’adozione di tecnologie digitali avanzate per la gestione informativa dei progetti. Questo consente di assicurare trasparenza e tracciabilità nell’esecuzione delle opere pubbliche. L’inclusione del BIM mira a garantire una progettazione sostenibile ed efficace e a facilitare il controllo dei costi e la qualità complessiva delle opere pubbliche, contribuendo a un processo di costruzione più trasparente ed efficiente.

 

Qual è la normativa BIM in vigore sul territorio nazionale relativa agli appalti pubblici?

La normativa di riferimento per l’uso del BIM negli appalti pubblici italiani è principalmente il Decreto Ministeriale 560/2017, noto come Decreto Baratono. Questo decreto stabilisce obblighi e scadenze progressive per l’introduzione del BIM nei progetti pubblici, con l'obiettivo di digitalizzare il settore delle costruzioni. Oltre a questa normativa nazionale, il quadro normativo italiano si allinea alla direttiva europea 2014/24/UE, che invita i Paesi membri a incoraggiare l’uso di strumenti elettronici per migliorare l'efficienza negli appalti pubblici.

 

Cosa introduce il Decreto Baratono in Italia riguardo al BIM negli appalti pubblici?

Il Decreto Baratono stabilisce i termini e le modalità per l’obbligo di adozione del BIM negli appalti pubblici italiani, definendo anche le tempistiche per una transizione graduale. Questo decreto stabilisce, ad esempio, che per i lavori pubblici sopra una certa soglia di valore (a partire da 100 milioni di euro, poi progressivamente ridotta), il BIM sia obbligatorio. L’intento è quello di standardizzare le pratiche di gestione informativa nei progetti di costruzione pubblici, permettendo alle amministrazioni di monitorare i progetti in modo più trasparente, dalla progettazione alla fase di manutenzione.

 

Da quando il BIM diventerà obbligatorio nelle opere pubbliche per interventi oltre il milione di euro?

L'obbligatorietà del BIM nelle opere pubbliche sopra il milione di euro partirà nel 2025, come indicato dal Decreto Baratono. La gradualità è stata introdotta per permettere alle aziende di adattarsi ai nuovi standard, garantendo una formazione adeguata per l'utilizzo degli strumenti BIM e la creazione di competenze specifiche all’interno del settore. Questa misura vuole garantire un utilizzo uniforme e completo del BIM, riducendo il rischio di inefficienze e promuovendo la qualità e la sostenibilità dei progetti.

 

Quale documento devo produrre per poter partecipare a una gara in BIM?

Per poter partecipare a una gara pubblica che richiede l’uso del BIM, è necessario presentare un Piano di Gestione Informativa (PGI), in inglese chiamato BIM Execution Plan (BEP). Il PGI dettaglia come i vari attori del progetto intendono gestire le informazioni durante tutte le fasi del progetto, e stabilisce le procedure di scambio dati, i tempi di aggiornamento e il livello di dettaglio informativo richiesto. Questo documento rappresenta un elemento fondamentale per la partecipazione alle gare, poiché dimostra la capacità dell’azienda di gestire in modo efficiente i dati e garantire un allineamento costante con gli obiettivi del progetto.

 

Qual è la normativa italiana di riferimento per il BIM?

In Italia, la normativa di riferimento è principalmente rappresentata dal Decreto Ministeriale 560/2017 (Decreto Baratono), che specifica le modalità e le scadenze per l’adozione del BIM negli appalti pubblici. A supporto di questa normativa si aggiungono le direttive europee, come la direttiva 2014/24/UE, che incoraggiano l'adozione di metodologie digitali per migliorare l'efficienza dei lavori pubblici. A livello tecnico, inoltre, l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) ha emesso delle norme tecniche che regolano i requisiti per le competenze e le qualifiche nel BIM.

 

Cosa prevede l'articolo 7 sulla prevalenza contrattuale dei contenuti informativi?

L'articolo 7 del Decreto Baratono stabilisce la "prevalenza contrattuale dei contenuti informativi", stabilendo che in caso di conflitto tra documentazione cartacea e informazioni presenti nel modello BIM, queste ultime prevalgono. Questo garantisce che il modello BIM sia la fonte principale di dati per la gestione del progetto, evitando ambiguità e interpretazioni erronee. Tale disposizione rafforza il ruolo centrale del BIM come strumento contrattuale e migliora la precisione delle informazioni, contribuendo a una maggiore chiarezza e trasparenza nel rispetto degli obblighi contrattuali.

 

Cos'è la certificazione BIM?

La certificazione BIM attesta le competenze di un professionista in ambito BIM. Esistono diverse certificazioni che coprono vari ruoli: il BIM Specialist, il BIM Coordinator e il BIM Manager, ognuno con competenze specifiche. Le certificazioni sono rilasciate da enti accreditati come UNI e Accredia, e verificano la capacità dei professionisti di utilizzare strumenti BIM, gestire le informazioni e coordinare progetti complessi. Questa qualifica è importante per garantire standard elevati nelle competenze dei team di progetto e aumenta le possibilità di partecipare a gare e progetti avanzati.